mercoledì 5 aprile 2017


giovadì 13 agosto 2015

Guerra dei Riformatori alla legge anti-Gallura

Il partito chiede la modifica della normativa per l’elezione del Consiglio regionale Propone: soglie di sbarramento, doppia preferenza, primarie e rappresentatività.

OLBIA. Pronti a rottamare la legge elettorale regionale voluta dai loro stessi alleati. I Riformatori lanciano la fatwa contro il meccanismo di scelta del governatore e dei consiglieri, approvato nel 2013. ll deputato Pier Paolo Vargiu la definisce una porcata alla sarda, il coordinatore regionale Michele Cossa una vergogna. I Riformatori puntano a una modifica in aula, discussa e condivisa. In caso contrario seguiranno la strada del referendum.
Gallura alla riscossa. Parte dalla Gallura l'assalto alla legge elettorale. Dal territorio che all'indomani delle elezioni ha visto il numero di consiglieri regionali passare da 5 a 2. «Questa legge è stata deleteria per la Gallura – dichiara il coordinatore gallurese dei Riformatori, Giovanni Pileri –. Una legge che ha stravolto alcuni principi fondamentali delle normative precedenti, come quello della rappresentanza dei territori. Per salvaguardare le future poltrone, il Consiglio regionale ha creato un danno pazzesco. Noi ci siamo astenuti, come espressione di dissenso. Avere due consiglieri invece che cinque può cambiare davvero le sorti di un territorio. Quando si fanno le battaglie in Consiglio regionale, l'appartenenza territoriale viene prima del partito». Oggi non è più il cittadino a decidere chi deve sedere in Consiglio ma i giudici».
Il pasticcio dei ricorsi. Il Consiglio di Stato aveva dichiarato decaduti i quattro consiglieri regionali Efisio Arbau (La Base), Michele Atzara (La Base), Gavino Sale (Irs) e Modesto Fenu (Sardegna Zona Franca), poi reintegrati. Sentenza contro la quale ha ricorso in Cassazione l’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Il 26 agosto il Consiglio di Stato entrerà nel merito della sua decisione.
Cambiamento in quattro punti. I Riformatori chiedono prima di tutto l'introduzione della doppia preferenza di genere, una strada privilegiata per dipingere di rosa il Consiglio. Ma anche una soglia di sbarramento. «Che permetta di entrare in Regione con un minimo di voti – commenta il coordinatore Cossa – . Alla base di tutto c'è l'esigenza che sia pienamente garantita la governabilità. Anche perché è vergognoso che resti fuori Michela Murgia e possano entrare movimenti e partiti con consensi da prefisso telefonico. Questo scempio della rappresentanza istituzionale deve finire». I Riformatori propongono anche primarie obbligatorie per i candidati alla presidenza della Regione e la certezza della rappresentatività dei territori.
La battaglia. «Siamo sempre stati per la governabilità, per la possibilità del cittadini di scegliere chi li governa – commenta il deputato Vargiu –. Oggi vediamo uno scenario disarmante, con una maggioranza di undici partiti, molti dei quali ignoti ai più. E con una incertezza, a un anno e mezzo dalle elezioni, su chi deve sedere in Consiglio. I cittadini hanno il diritto di sapere il giorno dopo le elezioni chi ha vinto e chi ha perso e chi li governerà per cinque anni».

fonte la Nuova Sardegna

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