lunedì 29 settembre 2008

DIFENDIAMO LA CULTURA GALLURESE

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ECCO LA PROPOSTA DI LEGGE CHE HO PRESENTATO IN CONSIGLIO REGIONALE PER LA VALORIZZAZIONE E SALVAGUARDIA DEI CANTI DELLA MUSICA, DELLA POESIA GALLURESE..

Disposizioni per favorire la conoscenza e la diffusione
delle musiche, dei canti popolari,della poesia e della danza in Gallura


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RELAZIONE DEL PROPONENTE


La musica il canto e la danza rivestono un ruolo fondamentale nella tradizione sarda ed in particolare della Gallura, essendo espressione della cultura e della storia della nostra terra.
Da diversi anni, in tutta la Gallura si e` diffusa e affermata la voglia di valorizzare e salvaguardare i canti popolari, le musiche, la poesia e le danze che ne rappresentano la storia.
Nonostante gli studi volti ad individuare le origini di queste tradizioni, non si riesce a risalire ad un periodo ben preciso in cui collocarli, poiché la Sardegna è stata ed è un punto di incontro di varie culture.
Sicuramente la danza e la musica popolare rappresentano, quasi un rito praticato dalla gente piu` umile, dedita ai lavori piu` duri che, al crepuscolo o in qualche occasione particolare, si radunava e, ballando,
e cantando, trascorreva le ore per dimenticare le estenuanti fatiche della vita quotidiana.
In particolare, la storia del territorio Gallurese e` ricca di espressioni culturali popolari, come le danze, i canti popolari e la poesia.
Queste espressioni culturali, rappresentano un linguaggio comune a tutte le generazioni. Una forma d’arte e al contempo rappresentano la manifestazione dei sentimenti umani che hanno accompagnato l’uomo sin dall’antichità` fino ai giorni nostri.
Sono numerose le associazioni culturali che, volontariamente, mantengono vivo l’interesse per il canto, la musica la danza travalicando spesso i confini regionali e riscontrando sempre piu` vasto eco.
Un fenomeno che non e` solo musicale, ma e` tipica espressione di una determinata cultura, frutto del naturale incontro tra civiltà diverse, di revival di danze e musiche popolari.
Dopo un periodo di quasi abbandono e disinteresse da parte delle pubbliche amministrazioni,
negli ultimi anni, c’è stato un maggiore interesse anche grazie all’azione di sensibilizzazione da parte di musicisti, associazioni e consulte che hanno coinvolto i giovani in progetti di valorizzazione per la riscoperta dei canti, della poesia e della danza popolare.
Giova evidenziare che, da qualche tempo, alcuni centri culturali e associazioni si occupano del fenomeno legato alla valorizzazione di questo patrimonio culturale che, riprendendo temi che sembravano perduti, garantisce e tutela la continuità delle tradizioni ed il loro collegamento con le generazioni, aggregando giovani ed anziani.
Il presente disegno di legge mira, innanzitutto, a salvaguardare questo ricco patrimonio ed al contempo ad attribuire il giusto riconoscimento alla cultura musicale popolare di questo territorio e a quanti, da anni, ne promuovono la conoscenza e l’insegnamento, apportando cosi un forte contributo, per potenziare il tessuto culturale della nostra terra.
Esso reca disposizioni volte:
a) alla creazione di un marchio di area (o di denominazione dell’area) per la salvaguardia,
la conoscenza e la diffusione della musica, del canto, della poesia e della danza gallurese;
b) alla ricerca, allo studio, all’elaborazione della musica e dei canti popolari sardi e corsi collegati
alla canzone gallurese;
c) alla creazione di centri di studio, di biblioteche della musica, attraverso la raccolta di materiali,
Fonti orali e documentaristiche, ricerche sul campo, archivio, organizzazione di convegni etc.;
d) all’organizzazione di corsi di musica popolare, di poesia e di danza all’interno, soprattutto, delle scuole e di laboratori teatrali di cultura popolare
e) alla realizzazione di progetti scolastici sulla cultura popolare della Gallura;



PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
1. La presente legge tutela la conservazione, la conoscenza, la diffusione e la ricerca legate alla tradizione delle musiche delle canzoni popolari, della poesia e danze della Gallura.
2. La musica, il canto, la poesia e la danza gallurese sono riconosciuti come aspetti peculiari della cultura Sarda, da promuovere e sostenere come beni appartenenti al patrimonio culturale regionale.

Art. 2.
1. Ai fini di cui all’articolo 1, e` istituito un «marchio d’area», per promuovere la conservazione, la conoscenza e la diffusione della tradizione culturale della canzone della musica, della poesia e danza gallurese.
2. Per la realizzazione degli obiettivi di conservazione, conoscenza e diffusione della cultura popolare legata alla musica ai canti popolari e alla danza galluresi sono istituiti centri-studio e biblioteche della musica, con sedi nelle province di Olbia - Tempio.
3. I centri-studio e le biblioteche di cui al comma 2 perseguono le seguenti finalità:
a) raccolgono, conservano ed espongono materiali, fonti documentaristiche, archivi delle immagini, strumentazioni audiovisive e pubblicazioni che si riferiscono alla tradizione popolare della musica, canzone e poesia popolare e danze galluresi;
b) valorizzano la tradizione attraverso la ricerca e lo studio del patrimonio materiale e documentale relativo a tali musiche e canti;
c) promuovono iniziative e attività culturali, da attuarsi per mezzo di corsi di musica popolare, poesia e danza, laboratori teatrali di cultura popolare e curano l’individuazione di percorsi turistico - culturali attraverso gli stazzi, aree storiche ed archeologiche, luoghi sacri e insediamenti rupestri; iniziative volte a favorire la conoscenza e la diffusione dei riti e dei costumi della civiltà contadina gallurese.
4. Ai fini della presente legge, gli enti locali rientranti nella Provincia di cui al comma 2 assumono ogni utile iniziativa volta a sensibilizzare le popolazioni sui temi legati alla tradizione della musica, del canto popolare, della poesia e della danza con particolare riguardo alle credenze, agli aspetti socio-economici e ai riti rappresentati in queste forme espressive della cultura gallurese.

Art. 3.
1. All’onere derivante dalla presente legge, pari a un milione di euro per ciascuno degli
Anni 2008, 2009 e 2010, si provvede mediante fondi inseriti nella finanziaria 2009.

giovedì 18 settembre 2008

ABROGAZIONE LEGGE URBANISTICA


T.U. P.L. 11 – D.L. 204- P.L. 290/A

Disciplina per il governo del territorio regionale

RELAZIONE DI MINORANZA

La Quarta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 24 luglio 2008 ha approvato, con il solo voto favorevole della maggioranza, il testo unificato concernente la “Disciplina per il governo del territorio regionale, più volte modificato ed aggiornato.
La minoranza ha espresso il voto contrario, astenendosi sui singoli articoli, ritenendo opportuno un maggior approfondimento degli stessi sia perché molte modifiche sono state apportate nelle ultime ore, anche sulla base delle osservazioni pervenute, senza che vi sia stata la possibilità di un attento esame delle stesse.
Ma aldilà dell’aspetto legato ai tempi ristretti dati alla minoranza per esprimersi, permangono forti perplessità sull’impostazione generale della legge che seppure abbia accolto alcune osservazioni, continua a prevedere un’impostazione di pianificazione centralista nelle mani della Giunta regionale, comprimendo il ruolo degli enti locali ma anche dello stesso Consiglio regionale.
Dall’esame del testo, emerge quindi la necessità di un maggiore approfondimento delle osservazioni presentate dalle associazioni di categoria, dall’ANCI e dal Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.).
In particolare, riteniamo sia opportuno affermare e rafforzare nel testo il principio di sussidiarietà, come previsto dalla legge costituzionale n. 3 del 2001 e nel contempo, limitare il potere decisionale e discrezionale della Giunta pro tempore, in merito alle problematiche paesaggistiche ed urbanistiche.
Infatti, tale impostazione è stata rilevata anche dal Consiglio delle autonomie locali: “ tutto il d.d.l. è permeato da un dirigismo del livello di governo regionale o meglio il testo proposto risulta chiaramente orientato verso il consolidamento, nelle mani della Giunta regionale pro tempore di ogni prerogativa in materia paesaggistica ed urbanistica”.
Seppure nel testo licenziato siano state apportate le necessarie modifiche per il controllo di competenza della Regione degli atti di pianificazione comunale, limitando quest’ultimo alla verifica di coerenza, permangono forti perplessità sulle procedure che si intendono adottare per l’approvazione delle Direttive ( art 31 atti di indirizzo e coordinamento) che dovrebbero essere approvate dal Consiglio regionale e non dalla Giunta, peraltro come già previsto dall’articolo 5, non abrogato, della legge regionale n. 45 del 1989.
Anche in questo caso è opportuno richiamare il parere espresso dal C.A.L. che recita: “ la delega data dal Consiglio alla Giunta per l’approvazione delle direttive si configura come una vera e propria cambiale in bianco nel campo applicativo dell’urbanistica”.
Come più volte evidenziato nelle sedute di Commissione la minoranza ha tra l’altro sollecitato la maggioranza a dare priorità all’approvazione delle direttive, anche anticipando la legge, come strumento di supporto ed indirizzo per la redazione dei piani urbanistici comunali così come previsto dalla legge regionale 45 del 1989, anche in considerazione del fatto che a distanza di due anni dall’approvazione del Piano paesaggistico regionale, nessun Comune ha ancora adottato il PUC.
Puc che in base alla legge regionale n. 8 del 2004 sarebbero dovuti essere adottati entro dodici mesi dalla pubblicazione del PPR.
Quindi un evidente fallimento non dei Comuni ma della politica urbanistica regionale che, con le norme contenute nel PPR rendono difficile la procedura di adozione che diventa ancora più problematica a causa della mancanza di direttive.
Senza considerare che a distanza di venticinque anni, rimane unico riferimento ancora richiamato nelle norme transitorie, il decreto dell’Assessore degli Enti locali 2266 del 1983 che appunto dovrebbe essere abrogato a seguito dell’approvazione delle direttive di cui sopra.
Altre perplessità riguardano le procedure previste dall’art 43 in relazione alla “verifica dell’operatività del piano paesaggistico regionale”, secondo la procedura semplificata ( art 30), che consentirebbe di aggirare le norme previste dalla legge n. 8 del 2004, contraendo oltremodo i tempi previsti per la pubblicazione e la presentazione di osservazioni da parte degli enti locali, dei privati e, il rilascio del parere della Commissione consiliare competente.
La tempistica prevista, infatti, più che rappresentare uno snellimento delle procedure, si configura come un ulteriore accentramento dei poteri nelle mani della Giunta poiché i tempi previsti non consentirebbero la presentazione nei termini delle osservazioni.

Altrettanto importante appare la necessità di rivedere la normativa al fine di consentire la concertazione di tutti gli atti pianificatori sottoponendoli alla preventiva approvazione della Conferenza Regione - Enti Locali.
La legge dovrà, tra l’altro, normare con chiarezza le procedure previste dall’istituto dell’intesa, garantendo un ruolo determinante dell’Ente locale e non di sottomissione nei confronti dell’esecutivo regionale.
Quindi, si dovrà pervenire ad una normativa snella, basata sulla certezza del diritto, che consenta ai comuni di poter adottare, in tempi congrui, i piani urbanistici comunali, anche a seguito delle necessarie ed urgenti modifiche da apportare al P.P.R. prima dell’approvazione della legge.
Nelle more di una più attenta rivisitazione del D.d.L. all’esame, la minoranza ha proposto una legge stralcio che consentirà in alcuni casi lo sblocco dei cantieri ormai fermi da molto tempo a causa dell’applicazione delle norme previste dal P.P.R. e delle contrastanti interpretazioni tra Regione e Magistratura, emerse nell’esame dei numerosi contenziosi attivati dai cittadini e dagli enti locali.
Il testo presentato conteneva alcuni commi, non approvati dalla commissione, e dal Consiglio, che prevedevano un maggiore riconoscimento dell’attività pianificatoria degli enti locali.
La minoranza ritiene altresì opportuno che prima di inserire all’ordine del giorno del Consiglio regionale l’esame della legge, si proceda ad ulteriori interlocuzioni con le associazioni di categoria, con l’ANCI e con il Consiglio delle Autonomie locali come richiesto dagli stessi in auduzione, nella seduta di Commissione del 22 luglio 2008
Solo a seguito di tale ulteriore confronto sarà possibile l’esame da parte dell’aula e la minoranza si riserva di presentare gli opportuni emendamenti in attuazione delle osservazioni contenute nella presente relazione , nonché emendamenti correttivi dei singoli articoli, molti dei quali non condivisi, che per brevità non sono stati citati.
Giovanni Pileri Vice presidente commissione

mercoledì 17 settembre 2008

ALLOGGI MONETA

La Maddalena

“ La REGIONE SPENDE I FONDI PUBBLICI PER REALIZZARE HOTEL CHE SARANNO GESTITI DA PRIVATI,
CANCELLA IL FINANZIAMENTO DI 5 MILIONI DI EURO GIA’ DESTINATO PER REALIZZARE 50 NUOVI ALLOGGI DI EDILIZIA ECONOMICA POPOLARE ALLA MADDALENA.

Lo Sostiene il consigliere regionale Giovanni Pileri (FI) che a seguito della presentazione di una mozione aveva ottenuto ampie rassicurazioni sulla sorte dei 155 inquilini degli alloggi ex militari di Moneta.
Oggi al danno si aggiunge la beffa, infatti la Giunta Regionale con la delibera n° 50/6 del 16/9/2008 ha ratificato il protocollo di intesa dei giorni scorsi che prevedeva la demolizione di 101 alloggi, disattendendo gli impegni assunti dall’assessore Gian Valerio Sanna in Consiglio regionale.
La beffa , prosegue Pileri, è che i fondi necessari per gli interventi di demolizione e ricostruzione non provengono dal G8, ma una parte cospicua, 5 milioni di euro sono rappresentati dagli stanziamenti che la Regione aveva già deliberato in passato per realizzare 50 nuovi alloggi alla Maddalena , da destinare ad edilizia economica popolare.
Quindi in definitiva oltre il danno diretto per i 101 inquilini e i disagi per la demolizione si profila uno scippo per la comunità di la Maddalena poiché , non potranno essere realizzati i 50 nuovi alloggi per manacanza di fondi poichè gli stessi sono stati dirottati dalla Giunta regionale per la demolizione e ricostruzione di una parte degli alloggi esistenti.
Quindi la gestione di alcuni aspetti del G8 da parte della Regione, anziché portare benefici alle classi sociali meno abbienti, sta creando gravi disagi e danni economici e sociali alla comunità, anche in considerazione del fatto che molti inquilini interessati dallo sfratto, si trovano in grave stato di disabilità.
Chiedo quindi che venga attivato un tavolo di trattativa seria tra la Regione, lo Stato e gli inquilini nel rispetto della dignità umana, senza che prevalgano le manie di grandezza rispetto alle reali esigenze dei cittadini di La Maddalena

Giovanni Pileri
Consigliere regionale di Forza italia
Cagliari lì, 16 settembre 2008

lunedì 15 settembre 2008

STRADA Olbia – Arzachena - Santa Teresa

Pileri: le dichiarazioni di Soru sono inaccettabili

“Non è ammissibile che il Governatore SORU continui ad insistere sulla volontà di realizzare una strada a due corsie per i lotti già progettati sull’Olbia –Arzachena – Santa Teresa. Chi ha percorso quella strada questa estate si sarà reso conto quanto sia necessario dotarsi di una viabilità adeguata che non può essere certo a due corsie. I tempi di percorrenza Arzachena-Olbia nel mese di Agosto erano di 50 minuti, un’ora, per una distanza di circa 25 chilometri”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Giovanni Pileri (FI) che sta portando avanti una campagna informativa a favore delle quattro corsie.
“Non è concepibile ad esempio che il Governatore dichiari che non ci sono fondi, quando impegna oltre 60 milioni di euro, nel G8, per realizzare strutture alberghiere che verranno cedute poi a Privati, invece di finanziare appunto infrastrutture importanti per il territorio”.
“Infatti - continua l’esponente gallurese di Forza Italia - nonostante avessi sollecitato in commissione consiliare un dibattito invitando la Giunta regionale ad un ripensamento in merito all’intenzione di procedere alla progettazione di una strada a due corsie, la giunta Regionale, con una delibera del 24 Giugno u.s. ha deliberato in maniera definitiva l’abbandono della tipologia a 4 corsie”.
Il Consigliere azzurro invita quindi tutte le forze sociali e gli enti locali ha riprendere la battaglia contro queste strategie regionali che continuano a danneggiare l’economia e il diritto alla mobilità in sicurezza dei Galluresi, Condividendo pienamente le dichiarazioni del Deputato Settimo Nizzi apparse sui quotidiani locali.
“ Non è possibile - continua Pileri - che la Giunta Regionale con la Delibera n. 40/24 del 9 10 2007 e n. 35/27 del 24.6.2008, abbia accantonato definitivamente la possibilità di realizzare nel percorso Olbia - San Giovanni una strada a 4 corsie, a favore di una a 2 corsie, basandosi esclusivamente su un fantomatico calcolo del flusso di traffico fatto nel mese di aprile e non durante la stagione estiva quanto il numero di auto e mezzi pesanti cresce in maniera esponenziale.
E’ impensabile che per la realizzazione di un’arteria stradale non si tenga conto degli aspetti legati alla mobilità della popolazione e dello sviluppo socio economico che può derivare da un’adeguata viabilità”.
“Quindi è evidente a questo punto che sono state raccontate una serie di frottole, comprese quelle relative ad un elevato impatto ambientale che non viene più citato, poiché oggi si parla solo di mancanza di fondi. E la sicurezza? - prosegue Pileri -. Chi garantirà la sicurezza in una strada che diventerà molto più pericolosa di quella esistente? Basti pensare che verranno realizzate gallerie a doppio senso di circolazione, che, in caso di incidente, incendio o sosta di una’auto si potrebbero determinare situazioni di pericolo molto gravi per gli automobilisti”.

Cagliari, 11 settembre 2008

lunedì 8 settembre 2008

ALLOGGI LA MADDALENA

"Schierato con gli inquilini"


L'accordo di programma stipulato a Cagliari nei giorni scorsi non soddisfa i 155 inquilini delle ex case militari di La Maddalena. Seppure sia stato fatto un piccolo passo in avanti per quanto riguarda la possibilità di riscatto degli alloggi, vangono disattesi gli impegni presi anche in Consiglio Regionale dall'Assessore Sanna, che rispondendo alla mia mozione aveva dato ampie garanzie che nessuna casa sarebbe stata abbattuta.Ora se è comprensibile che per motivi di sicurezza degli edifici si possa, in qualche caso , decidere di demolire e ricostruire in sito, non si capisce come e perchè si vogliano demolire oltre 90 alloggi.

Poichè tale scelta progettuale di riqualificazione non è direttamente legata al G8, penso che non possano essere applicati il segreto di stato e provvedimenti urgenti a danno degli inquilini.
Quindi sosterrò la protesta fino a che non siano date ampie garanzie alle famiglie maddalenine.

firmato
On. Giovanni Pileri

venerdì 5 settembre 2008

Cagliari, Necropoli di Tuvixeddu



La pronuncia del Consiglio di Stato

Evitato il colpo di mano della Giunta che con la delibera n. 45/20 del 28/8/2008 ha approvato alcuni emendamenti al Disegno di legge n. 161 all’esame della Commissione urbanistica , riguardante “modifiche ed integrazioni alla legge regionale 22 dicembre 1989/ 45 e cioè la
Costituzione della commissione regionale del Paesaggio.
Lo dichiara Giovanni Pileri (FI) , vicepresidente della IV commissione , che nella seduta del 4 settembre , ha chiesto la sospensione dell’esame del disegno di legge che dovrebbe nelle intenzioni della Giunta consentire di poter bloccare nuovamente gli interventi di TUVIXEDDU, per i quali da poco si è pronunciato il Consiglio di Stato.
Gli emendamenti presentati e la fretta di approvare al più presto il testo , prosegue Pileri, hanno lo scopo di accentrare sempre di più il potere del governo del territorio nelle mani della Giunta Regionale.
Infatti La Giunta propone l’istituzione della Commissione regionale del Paesaggio, in adeguamento al decreto Urbani , in sostituzione della commissione provinciale per le bellezze naturali previste dall’art 33 della legge regionale n. 45, che viene così abrogato.
Il Problema, prosegue il Consigliere Forzista, è che con gli emendamenti della Giunta approvata la scorsa settimana, la nomina dei componenti della commissione paesaggio non verrà fatta più dal Consiglio regionale, come previsto dalla legge 45, ma dalla Giunta stessa.
Tutto questo è inammissibile , infatti di fronte alle problematiche che si sono verificate intorno al caso TUVIXEDDU , è assurdo che la Giunta voglia esercitare un potere che non gli compete , soprattutto in una argomento così delicato, che meriterebbe scelte ponderate prese nelle sede opportune come quella del Consiglio regionale.
E’ ovvio che su questo argomento faremo una battaglia in commissione per evitare i soliti colpi di mano del Governatore.

firmato
On. Giovanni Pileri